Locazioni brevi e affitti turistici in nero, le città culturali e turistiche scoppiano, determinando uno spopolamento dei residenti e rendendo impossibile la ricerca di un alloggio per le famiglie.
“Da Venezia a Firenze come per Milano, Bologna, Roma e Napoli è ormai palese la tendenza dei proprietari di immobili di destinarli ad attività ricettive non convenzionali come nel caso delle locazioni brevi che rischiano di generare anche ulteriore confusione tra i consumatori sempre meno tutelati e garantiti e disorientati dalle diverse offerte ricettive”. È quanto dichiara il presidente Aigo Confesercenti Agostino Ingenito che propone misure condivise tra Regioni, Comuni e Governo anche per evitare come sinora occorso (con il parere Antitrust per le modifiche alla legge regionale Lazio e dell’impugnazione, da parte del Governo, della legge proposta dalla Regione Toscana) di incappare in diatribe tra gli enti competenti per norme e regolazioni del fenomeno.
“Con l’introduzione della cedolare secca per gli affitti brevi il legislatore non ha tenuto conto di una serie di anomalie e di conseguenze che si stanno verificando in questo periodo. Oltre alla non chiara articolazione del sostituto di imposta – con i portali internazionali di prenotazione che hanno presentato ricorsi – resta grave il fenomeno di locazioni che sfuggono a qualsiasi presentazione di documentazione ai Comuni (SCIA).
La formula del b&b era nata per offrire supporto ed integrazione del reddito delle famiglie, proprietarie o residenti in appartamenti ubicati soprattutto nei centri storici, che mettevano a disposizione alcune stanze per i turisti. È evidente che con l’incremento dei flussi turistici verso le città d’arte, si sia sviluppata un’attività speculativa, accompagnata anche da norme meno restrittive e formule di incentivazione di utilizzo immobili ad uso turistico.
È quindi urgente ed opportuno – conclude Ingenito – che il legislatore chiarisca e determini i confini del diritto civilistico dell’uso dell’immobile e offra soluzioni per una vicenda che rischia di generare ulteriore caos: sì alla valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente ma con regole ben precise e che tengano conto di una sostenibilità concreta”.
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