“All’indomani di una ripartenza del turismo per alcune località di mare e montagna, arrivano dal Governo notizie del termine di tutti gli aiuti. Se è pur vero che per alcuni una ripresa c’è stata, questa non ha visto partecipi le città d’arte: basti pensare che nella Capitale ancora il 50% degli alberghi sono chiusi e di questi una parte non aprirà mai più. Il numero di strutture defunte cresce con la previsione che il credito di imposta locazioni e affitto d’azienda sia terminato”.
Così Claudio Cuomo, Presidente delle imprese della ricettività diffusa Aigo Confesercenti.
“Ricordiamo che si stima che il 70% delle strutture ricettive italiane paghi un affitto: il maggior problema del settore sin dall’inizio della pandemia è il rapporto privato tra locatori e conduttori. Tanto che il governo è dovuto intervenire riconoscendo un credito di imposta locazioni e affitto d’azienda tra il 50% ed il 60% da marzo 2020, scaduto però a luglio 2021. Questa misura è stata l’ancora di salvezza per la maggior parte delle aziende di gestione delle strutture ricettive. Se in un momento come questo si decide di terminare aiuti e credito di imposta, si condanna a morte certa chi ha lottato per resistere alla chiusura”.
“Soltanto ad aprile 2022 si potrà pensare di allentare aiuti e credito, se il Covid sarà arretrato e se sarà ripartita la fiducia dei viaggiatori. In Parlamento ci sono emendamenti ed interrogazioni trasversali favorevoli al prolungamento di questa misura almeno per tutto il 2021. Se cessasse ora ogni sorta di aiuto proprio nel momento in cui si pensa ad una vera ripartenza seppure in un mercato con nuove regole, quanto fatto fino ad ora dal Governo sarà stato un inutile sperpero di danaro pubblico e la morte annunciata di migliaia di attività sarà inevitabile”.
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